Pagina:Poesie inedite di Silvio Pellico I.djvu/176

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Ed al crollar del gran profanatore
     La ciurma crollerà dei men famosi,
     117Che volean Dio strappar dall’uman core ».

Io di Volta ridire i luminosi
     Sensi mal so, ma dell’egregio vecchio
     120Amor mi prese, e più a lui mente posi.

Più fïate percossero il mio orecchio
     I suoi santi dettami, e più fïate
     123Divisai farli di mia vita specchio.

Io meditando tue parole amate,
     O incomparabil uom, più non gustava
     126Degli audaci le carte avvelenate.

Ancor pur troppo da te lungi errava,
     Ma pur m’innamoravan que’ volumi
     129Che il dolce genio tuo mi commendava.

Io debol era, ma ogni dì i costumi
     Del mondo a me tornavan più molesti:
     132Chè li scernea della tua fede ai lumi.

Sovente i giorni miei trascorrean mesti,
     Perocchè i tuoi consigli io non seguìa,
     135Mentre pur mi fulgean veri e celesti.