Morto o insanito io fora in quel deserto,
Se confortato non m’avesse un core
114Nato di donna, e a caritade aperto.
Scevra quasi or mia vita è di dolore,
Ad Italia renduto e a’ natii poggi,
117Ov’alte m’attendean prove d’amore.
Benedetti color, che dolci appoggi
Mi fur nell’infortunio, e benedetti
120Color, che mia letizia addoppian oggi!
E benedetta l’ora in che sedetti,
Saluzzo mia, di novo entro tue sale,
123E strinsi a me concittadini petti!
Non vana mai su te protenda l’ale
Quell’Angiol, cui tuo scampo Iddio commise,
126Sì che nobil sia cosa in te il mortale!
L’alme de’ figli tuoi non sien divise
Da fraterna discordia, e mai le pene
129Dell’infelice qui non sien derise!
Le città circondanti ergan serene
Lor pupille su te, siccome a suora
132Ch’orme incolpate a lor dinanzi tiene.