Pagina:Poesie inedite di Silvio Pellico I.djvu/221

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Questa almen, questa grazia dimando
     Nell’affanno che oppresso mi tiene,
     Che del mio Federico alle pene
     12Talor possa conforto versar:
               Ch’io talvolta ridir possa
          A quel mesto amico mio,
          Che per lui non cesso a Dio
          16Preci e gemiti alternar.

Ma nessuno a mia brama risponde!
     Passan gli anni, è chi sa se frattanto
     Quell’amato i suoi giorni di pianto
     20Sulla terra strascini tuttor?
               Alto duol pensarlo estinto,
          Alto duol pensarlo in vita!
          Gronda sangue la ferita
          24Più profonda del mio cor.

A te volgo i miei lai, Divin Figlio,
     Che, sospeso in patibolo atroce,
     Una lagrima giù dalla croce
     28Sulla Madre lasciavi cader.
               Pe’ dolori tuoi mortali,
          Di tua Madre pe’ dolori,
          Ah ti degna i nostri cuori
          32Nell’angoscia sostener!