Invisibil quell’angiolo armato
Scorre l’aer, e su’ lidi ove passa
Pianti ed urli e cadaveri lassa, 12E prosegue il mortifero vol.
Del disordin la turba seguace
Cade prima nell’orrido scempio,
Ma co’ rei più d’un giusto soggiace, 16Sì ch’avvolta è la patria nel duol.
Se non che negli estremi perigli
Si rinforzan gli spirti più degni:
La sventura, spavento de’ regni, 20Pur de’ regni salute esser può.
Lor salute esser può se di Dio
Meglio i cenni seguire han prefisso,
Se rivolgon ogni opra e desìo 24Alla meta per cui li creò.
Debit’è che luttiamo incessanti
Della patria a impedir maggior danno,
Che tentiam con magnanimo affanno 28Da sterminio i fratelli strappar;
Che accorriamo a’ languenti, a’ morenti,
Che obblïato il mendico non pera,
Che al drappel de’ pupilli innocenti 32Ci affrettiam pane e lagrime a dar.