Pagina:Poesie inedite di Silvio Pellico I.djvu/253

Da Wikisource.

( 251 )

Quindi risponderemo all’infelice
     Che corruccioso ti sogguarda e ghigna:
     « Degli avi nostri fu consolatrice,
     60E nostr’umile pianto udì benigna!
     Divine cose il nome suo ne dice;
     Per esso in noi più caritade alligna!
     Non sappiamo amar Dio fuorchè con Quella,
     64Che per noi l’ha nodrito a sua mammella! »

Che sono i monumenti? Iddio non chiede
     Statue e colonne, ma infiammati cuori.
     È ver, ma i sacri segni alzan la fede;
     68Gridan d’età in etade: « Il Ciel s’onori! »
     Nobilitan le vie dov’hanno sede;
     Collegano i nepoti a’ lor maggiori;
     Son degl’ingegni sconfortati al guardo,
     72Qual movente a bell’opre, alto stendardo.

Or questo novo segno al vicin tempio
     Appellerà ogni giorno i passeggieri:
     Quivi la maestà, quivi l’esempio
     76Degl’incessanti aneliti sinceri,
     Ad ossequio talor costringon l’empio,
     L’invaghiscon talor de’ pii misteri;
     E s’egli te, Madre d’afflitti, implora,
     80Il miri, il tocchi, — ed è tuo figlio ancora!