Pagina:Poesie inedite di Silvio Pellico I.djvu/320

Da Wikisource.

( 318 )

Da qual lato pur penda la bilancia
     De’ meriti maggiori e de’ delitti,
     Gode la fantasìa quando si slancia
     36Fra monumenti o per magìa di scritti
     In mezzo a quelle stirpi use alla lancia,
     Alle preghiere, ai mistici conflitti,
     Ai romeaggi, ai ruvidi cilìci,
     40A tutta l’energìa de’ sacrifici.

E ciascun che non basso abbia l’ingegno
     Ammira que’ giovanti cenobiti,
     Ch’oggi il diffamator con riso indegno
     44Pinge ozïosi, inutili, insaniti:
     Senza i loro intelletti, avrebbe il regno
     D’ignoranza coverto i nostri liti:
     Ingratitudin dementò la terra,
     48Quando in sua civiltà lor mosse guerra.

L’anima langue e impicciolisce quando
     La ristringiam ne’ quattro dì presenti:
     Nobil uopo ha di spargersi, abbracciando
     52Avi e imperi e costumi e grandi eventi:
     Uopo ha di meditar, commiserando
     Coi nostri error quei delle scorse genti:
     Uopo ha d’uscir di sue natìe catene;
     56Ogni tempo, ogni spazio le appartiene.