Di quanti regi e prenci e capitani
Festeggiando la nascita o la morte
Questo libro servì nei riti arcani 84Che al debol uomo uniscono il Dio forte!
Di quanti celebranti e sguardo e mani
Lo toccaro, onde ignota oggi è la sorte!
Quante labbra baciàr questo Evangelo 88Di sacerdoti or glorïosi in cielo!
Forse colui che tante veglie stette
Su queste venerate pergamene,
Fu Paladin che il proprio sangue dette 92Col pio Luigi sull’Egizie arene,
E al santo Re l’ultimo dì assistette,
E fu ludibrio all’ire saracene,
Poi ritornato nella dolce Francia 96Appese entro d’un chiostro e spada e lancia;
E venduti i suoi campi e dispensato
Ogni suo avere a’ poveri e alla Chiesa,
Volle che il viver suo fosse immolato 100Ad oscura umiltà d’amore accesa;
Eccol fattosi monaco e obblïato
Dalla turba del mondo ai gaudi intesa!
Eccolo salmeggiante assiso in coro, 104O in cella volto ad un gentil lavoro!