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Al lavoro di splendido Messale
Che pazïentemente ei sta vergando;
E poichè per ferite più non vale
108Sua nobil destra a servir Dio col brando,
Come già il sangue, ora con gioia eguale
Gli offre l’ingegno, questo libro ornando,
E gode in abbellir d’oro e di fiori
112Quelle preci che tanto alzano i cuori.
Egli il buon Salvator dipinger gode
Per cui sì volentieri ha combattuto,
E la Vergin Maria che lo fe’ prode
116E sempre in guerra gli ha prestato aiuto;
Del pennello ogni tocco è una sua lode,
Un sospiro di grazie, un pio saluto:
Circondano Angioletti il pittor santo
120Dando all’opera sua celeste incanto.
Ma tu meglio di me, Donna, volgendo
Quest’antico Messal senti secrete
Inaudite armonie che appena intendo,
124Che mal accenna il verso o mal ripete:
Parla tu stessa, dal tuo labbro io pendo;
Delle soavi tue parole ho sete.
Tutta adorna con esse è l’arpa mia,
128Tutta luce è di te mia poesia!
fine del primo volume.