Pagina:Poesie inedite di Silvio Pellico I.djvu/35

Da Wikisource.

( 33 )

» La Croce altro non è ch’alta dottrina
     Di generosi e giusti sacrifici;
     La forza d’affrontar doglie e rovina
     60Per giovare a’ tuoi cari e a’ tuoi nemici;
     L’ardir congiunto ad amistà divina;
     La virtù che nel cielo ha sue radici.
     Chi per la Croce, ov’ei non sia demente,
     64Meraviglia ed ossequio e amor non sente?

» E se tu vedi ciò ch’ell’è, se l’ami,
     Perchè di lei vilmente arrossirai?
     Perchè, se il travïato empia la chiami,
     68All’impudente voce arriderai?
     Di lui spregia e compiangi i ghigni infami,
     Nè incodardir, sotto agli obbrobrii mai:
     Della Croce magnanimo seguace,
     72Dimostra quanta in abbracciarla hai pace.

» Dimostra che la Croce a chi davvero
     Suoi pregi indaghi, scema ogni amarezza;
     Dimostra col tuo oprar, non esser vero
     76Ch’ella guidi a torpore ed a fiacchezza;
     Dimostra che alto fa l’uman pensiero,
     Che a tutti i grandi e forti atti lo avvezza;
     Dimostra che se ride all’ignorante,
     80Pur del nobil sapere è sempre amante!