Pagina:Poesie inedite di Silvio Pellico I.djvu/54

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E qual fu lo splendor d’un altro giorno:
     Il giorno in cui di sè nutrimmi Iddio!
     Ah! non in tempio di gran pompa adorno
     176Trarre allor mi fu dato al festin pio:
     Genitori e fratei piangeanmi intorno,
     E venne il Pan celeste al letto mio!
     E l’accolsi agognando inclita sorte
     180Dopo la sovrastante ora di morte
    
Ma l’offerta ch’io pronto a Dio porgea,
     Non fu accettata, e lunghi dì ancor vissi!
     Oh! chi può dir con qual d’amore idea
     184Morte sperando al Salvator m’unissi?
     Mille fïate poscia a me riedea
     La ricordanza di quel giorno, e dissi:
     « Deh, possa ancor con sì sublime amore,
     188Come in quel dì, ricever io il Signore! »
    
Quindi appena sui piè mi ressi alquanto
     Dopo quel memorando atto divino,
     Mossi alla chiesa, e di dolcezza ho pianto,
     192Ivi tornando al sovruman festino:
     E mi parea che con dolor più santo
     Io sopportassi l’egro mio destino,
     E che tutto il mio core arder dovesse
     196In avvenir di quelle fiamme istesse.