E de’ suoi pargoletti! Oh contrastante 800Dignità di parole in prepararci
A’ vicini supplizi! Ed oh com’io
Tra me dicea: « Deh! che non seppi amico
Tutta la vita conservarmi Irnando? —
Improvviso frastuono udiam levarsi 805Fuor delle mura. Che sarà? Oh prodigio!
Una pugna! E con chi? ― « La man di Dio!
La man di Dio! » gridan mie turbe: a terra
Mi si prostran pentite, il giuramento
Di fedeltà rinnovano; a gagliarda 810Sortita le süado, ed infinito
Macel lung’ora de’ nemici è fatto.
Qui il narrar di Camillo Irnando tronca:
— Ah! s’impeto cotanto, e se cotanta
Prodezza ad ammirar non m’astringevi, 815Me gli assaliti sconfiggeano! In fuga
Eran molti de’ miei, già in fuga io stesso
Omai volgeami disperato: i colpi
Tuoi scomposer l’esercito inimico,
E di salvezza io debitor t’andai! — 820S’avvicendan la lode i cavalieri,
L’uno dell’altro memorando i fatti.
Alfine Elina sclama: — Ad Ildegarde
Spettan tutte le lodi! Innanzi a lei