Pagina:Poesie inedite di Silvio Pellico II.djvu/148

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Gagliarda quindi l’amistà a’ Visconti,
Gagliardo l’odio per le guelfe insegne.
440Picciol popolo siam, ma ci dan forza
E l’arme de’ Visconti e il nostro ardire,
E l’indol Saluzzese, aspra, selvaggia,
Che paure non piegan ne’ supplizi.
     — Obblii ch’io pur son Saluzzese, e mai
445Non mi piegan paure.
                                             — In te, Manfredo,
Splenda il miglior degli ardimenti: quello
D’anteporre alle gioie empie del brando
Una gloria più pia, l’amabil gloria
D’allontanar dalle tue patrie rive
450Una guerra funesta!
                                          — Altra favella
Assumi, o vecchio. Se t’è caro ufizio
Scemar l’orror d’inevitata guerra,
Sposa il vessillo mio, movi alle mura
Assedïate, i cittadini arringa,
455Traggili a sottopormisi.
                                                — Non posso!
Nol debbo! Ufizio mio giovevol solo
Esser ponno le supplici parole,
E l’aprirvi, quai Dio me li palesa,
I forti avvisi. Trattenete i brandi,