Pagina:Poesie inedite di Silvio Pellico II.djvu/149

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E se ingiustizia fu in Tommaso, al dritto
Basteran le ragioni a richiamarlo,
Ed indi a pochi dì voi satisfatti
E glorïosi e senza ira di sangue,
465Benedetti dai popoli e dal cielo,
Trarrete a vostre sedi. Ove sospinto
Da ambizïone e da rancori antichi
Tu inesorabilmente alla corona
Di Saluzzo, o Manfredo, oggi agognassi,
470E afferrarla potessi, in odio fora
Il nome tuo a’ soggetti, e, pur volendo,
Felici farli non potresti. Iniqua
Necessità di gelosie e vendette
Nasce da civil guerra, e l’usurpante
475Non si sostien fuorchè a perpetuo patto
Di timori e carnefici. E si ponga
Che dianzi mal reggesse il prence vinto,
L’esser vinto o fuggiasco ovver sotterra
Amicherà al suo nome i cuori molti
480Che offeso avrai; s’obblïeranno i torti
Del perduto signor; s’abbelliranno
Le ricordate sue virtù. Lui spento,
Sorgeran prenci astuti o generosi
Per vendicarlo, e s’anco astuti ed empi
485Fossero in cor, venereralli il volgo,