Pagina:Poesie inedite di Silvio Pellico II.djvu/167

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Ecco irromper l’assalto! ecco le mura
Scalate, superate! ecco Tommaso
900Astretto a ceder le abitate vie,
A salir frettoloso all’alta rocca
A lui ricovro ed a’ suoi cari estremo!
     Non eccelsa metropoli prostrata
Da infinite falangi era Saluzzo,
905Nè i suoi dolori fur soggetto a carmi
Di stupefatte illustri nazïoni,
Ma fur sommi dolori! E li divise
Quel Iacopo da Fia, che vergò in forti
Carte la istoria del tremendo eccidio.
910Ah, inorridisco in leggerle, e m’ispiro
Io tardo trovadore al mesto canto!
     La fella di Manfredo anima irosa
Crucciavan nuovi aneliti a vendetta,
Perocchè a’ piedi suoi sotto le mura
915Fracassati da travi e da macigni
Dianzi veduto alcuni cari avea,
E fra loro un fratello, il più diletto
De’ prodi e truci due degni fratelli.
     In ogni vinto armato cittadino,
920Ed anco negl’inermi e ne’ vegliardi,
E nelle donne stesse il furibondo
Immaginava la nemica destra