Pagina:Poesie inedite di Silvio Pellico II.djvu/171

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Misericorde spirito ostentando,
Disse che rasi non andrian gli ostelli,
1000Ma diè barbaro cenno alle coorti
Che assalisser la turba, e d’ogni spoglia
La derubasser. Così il vil tiranno
Suoi debiti solveva ai masnadieri,
Che a quel regno di sangue aveanlo alzato.
     1005L’inverecondo estremo predamento
Desta a furor gli sventurati. Allora
Più non resiste agl’impeti possenti
Del suo sdegno Eleardo: ― Io m’ingannai,
Alto grida fra il popolo; io sognava
1010Esser Manfredo della patria padre;
Usurpator mi s’appalesa infame!
Con lui rompo ogni vincolo, al cospetto
Di voi, di lui medesmo!
                                                  Intorno al prode
Cento gagliardi giovani un celato
1015Ferro traggon dal seno, od ai nemici
Tolgon con forza l’arme, e questo pronto
Saluzzese drappello osa brev’ora
Sperar prodigi. Orribile, ostinato
Combattimento per le piazze ferve,
1020E più fïate incontrasi Eleardo
Coll’iniquo Manfredo, e mescolati