Tu nella casa del Signor? T’arretra:
Tinto di sangue cittadin tu vieni.
Sino all’ingresso s’arretrò Eleardo, 1120Confuso, esterrefatto, e dalle fauci
Mettea supplici grida. Alfine a’ piedi
Dello zio inginocchiossi, e in abbondanti
Lagrime ruppe; indi a’ singulti amari
Impose freno, alzò la fronte e disse: 1125— Uomo di Dio, non maledirmi ancora,
Porgi a mia strazïata anima ascolto!
— Che di Saluzzo avvenne?
— Ell’è caduta!
Saccheggiata! arsa!
— Che del sire avvenne?
— Strascinato è prigion.
— Quali i pensieri, 1130Quai sono i fatti di Manfredo?
— Orrendi!
— E il proteggente provenzal vessillo?
— Esulta negli oltraggi e ne’ delitti!
— E l’empio figlio di mia suora il brando
Rotò per lor!
— L’infame brando io ruppi, 1135E qui vengo ad ascondere a’ viventi
La mia vergogna. E per quell’ara santa