Pagina:Poesie inedite di Silvio Pellico II.djvu/183

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     1280Un dì alle sale di Dogliani aveva
A non lieto convito egli parecchi
Fervidi amici accolto, a consultarsi
Coi lor fidi intelletti e a stimolarli,
Prodigando con bello accorgimento
1285Lodi e parole di speranza e preghi.
Dopo la mensa i congregati forti,
Nel bollor de’ pensieri e de’ colloqui,
Facean di voci rintronar le auguste,
Adornate di ferri, alte pareti,
1290Allor ch’entrò il valletto d’armi, e nunzio
Fu dell’arrivo d’Eleardo.
                                                    Al nome
D’Eleardo s’aggrottano le ciglia
De’ ghibellini.
                             — Ingresso entro tue mura
Darai, Giovanni, all’arrogante guelfo?
     1295— Venga il fellon. Certo, Manfredo il manda:
Udirlo giova.
                             Non sapeano alcuni
Infra quei generosi fremebondi
Ch’Eleardo si fosse un di coloro,
I quai, vedute l’ultime rapine,
1300Disperata battaglia avean con gloria,
Benchè indarno, arrischiato entro Saluzzo.