Pagina:Poesie inedite di Silvio Pellico II.djvu/204

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                                        — Il padre mio . . .
Parla . . . dov’è sua spoglia?
                                                       — Ei vive ancora;
Ma prigionier, ma dalla cruda legge
Che a morte danna i prigionieri, oppresso!
     1780— Oh sventurato! oh più felici quelli
Che in battaglia cadeano! E tu a supplizi
Lasci lui trarre? Intercessor non debbe
Uom di Dio farsi a disarmar le atroci
Ire de’ vincitori?
                                    — Ah! da te sono,
1785O vergine, ignorati i vani sforzi
Che tentai da Tommaso! I suoi nemici,
Or volgon pochi dì, sacrificaro
Barbaramente dieci illustri teste
Di ghibellin captivi. Universale
1790Nell’oste ghibellina è quindi il grido,
Che gl’immolati abbian vendetta. Arrigo
Morrà domane con nov’altri: il cenno
Tommaso niega rivocar; respinto
Venni da lui. Prova sol una or resta:
1795Seguimi al campo: sforzerem l’ingresso
Della tenda del sir; forse il tuo pianto
Ammollirà il suo nobil cor, dai truci
Fatti d’alterna rabbia incrudelito.