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Pagina:Poesie inedite di Silvio Pellico II.djvu/205

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( 203 )

     — Il ciel t’ispira: andiam.
                                                         Rapidamente
1800La vergin s’allestì; rapidamente
Ella e pochi fedeli in sui corsieri
Volser con Ugo al saluzzese campo.
     Ad un tronco giaceva incatenato
Tra i furenti nemici Arrigo, a breve,
1805Di Saluzzo distanza. Ei siccom’uomo
Che avea la gloria di Saluzzo amata
Vagheggiando per essa e per Manfredo
Fortune alte, impossibili, or mirava
Con istupor, qual visïon non vera,
1810Quell’ultima sconfitta, e quell’orrendo
Svanir d’ogni speranza, e quel ritorno
De’ ghibellini e di Tommaso, e quella
Guerra in veloci tratti or consumata
Con nessun frutto, fuorchè stragi e scherni
1815E povertà ed obbrobrio e sacrilegii!
E tutto ciò per vicendevol, grande,
Creduto zelo di virtù e di patria!
     E innanzi a lui mirando egli quel loco
Dove a prosperi dì sorgea Saluzzo,
1820E dove diroccato oggi è il recinto,
E dentro quel, fra orribili macerie,
Non v’ha che rari antichi alberghi e templi