1895E mentre del marchese al padiglione
Van rivolgendo accelerati i passi,
Veggono appunto da catena stretto
A fisso legno fra custodi Arrigo.
Con qual pianto e quali impeti di grida 1900Prorompe la fanciulla infra le care
Braccia paterne! e qual celeste han suono
Sue filïali tenere parole
A genitor così infelice? Ei serra
Al sen quella innocente; e sclama:
— Oh gioia! 1905Ma insana gioia! Oh nuovi affanni orrendi!
Deh, perchè a me non li sparmiava Iddio?
Non misero abbastanza era il mio fato,
Ugo crudel? Tu qui la figlia traggi
A vedermi morir!
— Padre, ei mi tragge 1910A salvare i tuoi dì.
— Che? supplicando
Codardamente il vincitor maligno
Di largirmi il perdon? Non sarà mai!
La stirpe mia non annovrò guerrieri
Che morir non sapessero da forti. 1915D’espor ti vieto il virginal sembiante
Ai barbaro sorriso de’ felici!