Pagina:Poesie inedite di Silvio Pellico II.djvu/255

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Dietro a lui cavalcando: — Illustre sire,
Trista per ogni dove è l’agitata
De’ mortali progenie, e sol da lunge
Sfavillan di virtù le stranie rive.
     40— Gilner, tu ignori l’età nostra: eccelse
Speranze arridon per più genti, e il loco
Onde arridono più, certo è Milano.
Grandi cose avverran: d’uopo il mio core
Ha di batter fra giusti e fra gagliardi.
     45— Signor, di giusti e di gagliardi copia
Non nutre alcun terren.
                                                  — Grandi ti dico
Avverran cose in questo secol. Rozza,
Ignara del presente e del futuro
È la nostra Saluzzo; io nella sede
50Degli operanti e de’ veggenti spirti
Nato a viver mi sento.
                                              — Udite, o sire . . .
     — Taci.
                      E Gilner tacea; ma affettuose
Occhiate indietro qua e là gettava
Ai Saluzzesi campanili, ai poggi
55Che dalle mura estendonsi con tanta
Varïetà e vaghezza di contorni
Per le verdi convalli, ed agli acuti