Gioghi che più remote alzan le teste
Coronate di neve. A quell’aspetto 60Sin da’ prim’anni a lui sì caro, il mesto
Scudier sospira e brontola: — Contrade
Si cerchin pur simili a questa! Il mondo
Alquanto anch’io stolidamente ho corso:
V’è un sol Monviso sulla terra, un solo 65Gruppo di monti come quello, un solo
Pian che s’agguagli di Saluzzo al piano.
Su via, vediam quel de’ Lombardi. Un tempo
So che di maestose ombre penuria
Patìa pe’ molli prati, e su quel guazzo 70Giacean fetide nebbie. Or sarà, certo,
Ricco di piante al par di questo, e scarso
Di pantani e di febbri; e trasportate
Le bige nebbie si saranno oltr’Alpe.
— Gilner, non adirarmi: e quando cieco 75Ti parvi di mia patria alla bellezza?
Non questa fuggo, ma color che iniquo
Su terra sì gentil traggon respiro.
Brontolava sovente il buon seguace,
E gemiti mandava, e sovra gli occhi 80Talor di furto colla destra il pianto
Mal compresso tergeva; e se Roccello
Vedea quel pianto, commoveasi anch’esso