All’anima mi parli. I tuoi divini
Versi non seguo, nè dipingo i giorni
Del tuo esular: di te la morte io canto. 35Splendeva all’Alighier l’ultima aurora,
E sulle coltri sue muto ed assorto
Ne’ pensieri santissimi ei giacea,
Munito già del Dio che alle fedeli
Alme è quaggiù ineffabile alimento. 40Umile fraticel presso gli stava,
Or con brevi parole or collo sguardo
Le divine speranze rammentando;
E presso al letto, e qua e là per l’ampia
Sala, in piedi o sedenti, erano il vecchio 45Guido sir di Ravenna e i figli suoi,
Ed assai cavalieri. Impallidite
Presso alla porta si vedean le facce
De’ giovincelli paggi e delle guardie.
Dopo i riti adorabili, in silenzio 50Stette gran tempo l’Alighier, ma gli occhi
Significavan prece e consolante
Vista di cose celestiali e amore.
Poi si riscosse, mirò intorno, e grato
Salutevole cenno ai circostanti 55Volse, e coll’imperar della possente
Sua volontà rinvigorì lo spirto,