Pagina:Poesie inedite di Silvio Pellico II.djvu/46

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     105Oro non tengo.
                                      — Ed oro a te non chieggo;
     Ben d’acquistarne santa via t’accenno.
     Vile è il mestier cui t’adducea sciagura,
     Ma nobile è il tuo spirto. A me tue sorti
     Occulta sapïenza ha rivelate:
     110Vanne a Bamberga; ad Ebelin ti mostra:
     Grazia agli occhi di lui, grazia otterrai
     A’ clementi occhi del regnante istesso.
          Così Satan, e sparve.
                                                     Incerto è quegli
     Se fu delirio o visïone. Al cielo
     115Volge supplice il viso: in cor gl’irrompe
     De’ suoi misfatti alta vergogna; aspira
     A cancellarli, e quindi in poi di tutte
     Virtù di cavaliero andare ornato.
          In quel fervor del pentimento, incontra
     120Un mendico, e su lui getta il mantello,
     E sen compiace, e dice: — Uom non m’avanza
     In carità e giustizia.
                                               E Sàtan rise,
     E non veduto gli baciò la fronte.
          Alla real Bamberga andò Guelardo,
     125Mosse alle auguste soglie, ad Ebelino
     Supplice presentossi, e pïamente