Pagina:Poesie inedite di Silvio Pellico II.djvu/53

Da Wikisource.

( 51 )

     Come negli anni primi, or della gloria
     275Del suo benefattor non va giocondo.
     Ei con geloso sospettante ciglio
     Mira la sua grandezza, e superarla
     Vorrìa e non puote; e detestando, sogna
     Dall’amico esser detestato; e pargli,
     280Laddove pria sì belle in Ebelino
     Virtù vedea, più non veder che scaltra
     Ipocrisia. De’ pervertiti è proprio
     Non credere a virtù; d’ogni più certo
     Generoso atto dubitar motivi
     285Turpi, ed asseverarli: in ogni etade
     Così abborriti fur dal mondo i santi.
          Da quello stato di rancor, di mente
     Ognor proclive a gettar fango ascoso
     Sovra l’opre del giusto, è breve il passo
     290Ad assoluto di giustizia scherno.
          In Lamagna Guelardo ad altri uffizi
     Di grande onor da Ottone è richiamato,
     Mentre Ebelin nell’itale contrade
     Resta moderator. L’ingrato amico
     295Sospetta ch’Ebelino abbia con arte
     Tal partenza promosso, a fin di trarsi
     Uom dal cospetto che in secreto esècri.
          Del congedo gli amplessi ei rende a quello,