Pagina:Poesie inedite di Silvio Pellico II.djvu/70

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                                             Otton si scuote.
     680Da verità sì energiche, da senno
     Sì giusto e luminoso ed esaltante
     Non era stato mai colpito. In altri
     Colloqui a’ dì felici il buon ministro
     Parlava il ver, ma forse in più gradita
     685Guisa, sparmiante del suo re l’orgoglio.
     Ora è il parlar solenne, il grido urgente
     D’uom, che vicino a morte anco un tributo
     Di fedeltà solve al monarca e al dritto,
     Tutto dicendo che giovar del pari
     690Sembrigli al trono e alle regnate genti.
          Alla beltà del vero e del coraggio,
     E di quel dignitoso intenerirsi
     Che da alterezza vien compresso, e pure
     Nella voce si sente e ne’ benigni
     695Sguardi si vede, unìasi in Ebelino
     Da natura sortita un’armonìa
     Di nobili sembianze e di contegno,
     Talchè valor più prepotente dava
     A sua favella, ed escludea il supposto
     700D’ogni viltà, d’ogni codarda astuzia,
     E facea forza a Otton. Perocchè Ottone
     Stranier non era a simpatìa per cuori
     Di grandissima tempra. E fu vicino