Pagina:Poesie inedite di Silvio Pellico II.djvu/94

Da Wikisource.

( 92 )

Parti eccelse virtù. Cento fïate
Camillo e Irnando, ad ammirarsi astretti,
160Dicean ciascun tra sè: « L’amico mio,
Sebben malvagio, egli è un eroe pur sempre! »
     Già quegli anni di sangue or son passati;
Già molte spente sono illusïoni
Nelle agitate lor menti guerriere,
165Benchè in età ancor verde. Eppur concordia
Lor generose palme, ahi! non rinserra.
     Beato d’una sposa era anche Irnando,
E questa il dolce avea nome d’Elina,
E di più figli era già madre. Il cielo
170Dato le ha cor fervente, ed intelletto
Gentil, ma entusïastico. Natìe
Le pedemontanine aure in che vive
A lei non son; romano è sangue; e il padre
D’Elina, de’ ribelli ognor nemico,
175Morì con gloria in campo. Ella supporre
Non potria mai che Irnando ingiustamente
Odio porti a Camillo. A lei Camillo
Noto non è, ma sel figura indegno,
Irreconcilïabile, covante
180Sempre perfidie. E motto mai non dice
Per calmare il marito allor che l’ode
Fremer contra il vicin.