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I

POEMETTI

I

ALL’ARMONIA.

«Harmonia nimirum inconspicabile quiddam et incorporeum, et pulcherrimum quid et divinum».

Plato, in Phaedone.


     Io questo a te consacro inno festoso,
o sovrana Armonia, figlia del cielo,
anzi donna del ciel; ché nome ancora
non avea il ciel, e tu, con l’altre prime
5veraci, eterne, architettrici idee,
entro notavi a l’ineffabil luce
della somma Cagion; eri tu raggio
di quell’immenso, incomprensibil cerchio,
in cui s’estende l’increata Mente.
10Se mai desio di vagheggiar mi punse
il tuo mirabil magistero, ond’hanno
ordin le cose che produce amore;
se, a innamorar di tua bellezza il mondo,
che pur di te si bea, ma in te non vale
15il corto occhio affissar, unqua ti cinsi
lucido velo di colori ascrei;
deh! propizia m’ascolta, ed il mio canto,
soave a te, qual fumo arabo s’alzi.
     Tutto a te serve, o dea: saggia natura
20l’opre sue belle al tuo governo affida,
la rotatile terra e l’ignee sfere,