Pagina:Poeti minori del Settecento I.djvu/175

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ii - poesie varie 165

     E qual nuovo spettacolo
di leggi e di costumi
i tifatin m’offersero
colli, albergo de’ numi,
30dell’innocenza e della prisca fé!

     L’util lavoro, il sobrio
vitto e l’umil preghiera,
dell’alba al primo rompere
fino alla crocea sera,
35partono l’ore del tranquillo dí:
     ora che l’ali battono
lievissime amorose,
e a piene mani spargono
nembo di gigli e rose,
40che tepido favor d’aura nodrí.

     Ve’ quai sul perno agevole
moli agitar qui puote
la temprata vertigine
di ben conserte ruote:
45vario, operoso, archimedèo pensier,
     abil le fila a svolgere
di seriche matasse
e, dipanate, a torcerle
al rotear dell’asse,
50cui dieder l’onde il grave urto primier.

     Fervono l’opre; il genio
veglia d’un re sovr’esse,
radi e sottil qual nebbia
veli la spola intesse,
55tinti dell’India ne’ piú bei color;
     che poi le Grazie foggiano
in su le chiome sparte,
e turche bende imitano,
e celano con arte
60d’un gemipomo petto il bel candor.