Pagina:Poeti minori del Settecento I.djvu/269

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100Chi di conforto un tal dolor provvede,

mentre in funeste immagini trasforma, quanto l’orecchio ascolta e l’occhio vede?

Deh! se anche fuor della corporea forma l’alme han tra lor la conoscenza antica, 105se di terrene idee serbano l’orma;

deh! chiunque il sappia per pietá mei dica, che quella arresterò dubbia speranza, che vien talvolta a consolarmi amica. *

E, come dopo lunga lontananza j IO tra i caldi baci narransi gli amanti le passate lor pene e la costanza;

cosi, quando saran que’ lacci infranti, onde ’l mio spirto imprigionato geme, per la sposa perduta in brevi istanti, 115coU’ali disiose della speme

da cerchio in cerchio andrá, da sfera in sfera per via che il guidi a riunirsi insieme.

E, giunto lá dove non è mai sera, al primo incontro chiameransi a nome 120l’anime fide in lor dolce maniera.

E, se lor manca d’abbracciarsi il come, aleggiandosi intorno, il puro lume confonderan di lor celesti chiome.

Oh, quali accenti oltre il mortai costume 125teneramente spiegheran d’amore!

Quai cantici al presente eterno Nume!

Ah! se l’afflitto inconsolabil core può respirar con tal speranza al fianco, muovan pur pigri i lustri e tarde l’ore 130a farmi per vecchiezza e curvo e bianco. </poem>