Pagina:Poeti minori del Settecento I.djvu/89

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ii - inni e odi 79


     Ma che non può la tacita
80fuga limar de’ tempi?
che non impetra indomita
possa di tristi esempi?
Crebbe, usurpando al vero,
funesto error l’impero.

     85Che presagir? Sul Caucaso
sta di Giapeto il figlio;
sta sotto l’Etna Encelado:
forza senza consiglio
precipita se stessa,
90da natio morbo oppressa.

     O Marescalchi, o genio
de la tua patria degno!
Da la speranza pubblica
al riverito segno
95or che la man distendi,
al mio cantare intendi.

     A superbo edifizio
fronte si dee superba,
che, qual pomposo e fulgido
100onor dentro riserba,
faccia lontana fede
al passeggier che ’l vede.

     La degli eventi origine
e ’l corso a te non chiude
105Sofia, che il saggio illumina
ed il profano illude;
Sofia, che l’uomo atterra
se cogl’iddii vuol guerra.