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Te sulle corde eolie
Saffo invitar solca,
quando a quiete i languidi
20begli occhi Amor togliea.
E tu richiesta, o Venere,
sovente a lei scendesti,
posta in oblio l’ambrosia,
e i tetti aurei celesti.
25II gentil carro Idalio,
ch’or le colombe addoppia,
lieve traea di passeri
nera amorosa coppia.
E mentre udir propizia
30solevi il flebil canto,
tergean le dita rosee
della fanciulla il pianto.
E a noi pur anco insolito
ricerca il petto ardore,
35e a noi l’esperta cetera
dolce risuona amore.
Se tu m’assisti, io Pallade
abbia, se vuol, nimica;
teco ella innanzi a Paride
40perde la lite antica.
A che valer può l’egida,
se ’1 figlio tuo percote?
quel che i suoi dardi possono
Pasta immortai non puote.
45Meco i mortali innalzino
solo al tuo nume altari;
Citerá tua divengano
il ciel, le terre, i mari.