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XVIII
ALL’AMICA INFERMA.

Odi: i momenti volano,
odi una volta, e cedi.
Oimè! gli dii ti perdono,
se in Esculapio credi.

5E l’erbe indarno e i farmachi

in tuo favor prepara,
tue labbra indarno chieggono
la pia corteccia amara.

Lasso! una Furia immobile
10veglia alle porte e grida;

l’altre d’ infami aconiti
coiman la tazza infida.

Morte l’offerta vittima
impaziente affretta.
15Trema: il tuo capo, o misera,

è sacro alla vendetta.

Va’; con promesse e lacrime
stanca la tua Diana;
offendi il casto imperio
20con servitú profana.

Altro giurasti: intesero
per danno tuo gli dèi.
Lo sa Diana. Il Tartaro
t’avrá, se mia non sei.