Pagina:Poeti minori del Settecento II.djvu/61

Da Wikisource.

51

25Essa al figliuol di Venere

turbar non osa il regno;
anzi il difende e il libera,
il serve e n’è sostegno.

Mentre Cidippe affidasi
30alle devote soglie,

si vede a’ pie discendere
l’aurato pomo, e ’1 coglie.

«O dea, sarò d’Aconzio»
ardito Amor vi scrisse.
35Vide l’incauta vergine

«sarò d’Aconzio», e il disse.

Del giuramento incognito
indarno il cor si dolse;
giurato i labbri aveano,
40Diana il voto accolse.

L’accolse. Invano i talami
altro imeneo chiedea:
febbre crudel vietavali,
e il petto infido ardea.

45Ah! se ad uguale ingiuria

dar pena ugual ti piace,
compi l’antico esempio,
gran diva, e accorda pace.

Pace: d’Amor la gloria
50serba: costei si pente.

Partite, o febbri indomite,
dal bel corpo languente.

E tu, che incerta e tacita
lasci a’ sospiri il corso,
55o da terror derivino

o pur dal tuo rimorso/