Pagina:Poeti minori del Settecento II.djvu/64

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25Non pel fedel silenzio

d’infausta notte oscura
Tisbe soverchio intrepida
fuggia le patrie mura.

Né, dell’estinto Piramo
30sulla trafitta salma

il vergin seno aprendosi,
lui raggiungea nud’alma;

Ma deh ! l’avversa istoria
tua pace a te non tolga.
35Apri: me l’ultim’ atrio,

se non la stanza, accolga.

Te testimon, te giudice
i nostri detti avranno;
i baci, ove t’offendano
40(vuoi piú?) negletti andranno.

Poche ascoltar concedasi,
poche donar parole.
Colla fanciulla al sorgere
non troverammi il sole.

45Ecco, di te dolendosi,

ella al balcon s’affaccia,
ella si strugge in lagrime
e tende a me le braccia:

né la sgomenta l’impeto
50di freddo vento o pioggia,

e sulla pietra rígida
il nudo seno appoggia.

Taccio di me, che assedia
l’acqua piú densa e greve,
55e i pie mal fermi agghiacciano

per sottoposta neve.