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II
AMORE E PSICHE.

E tu, cura soave

di tacite donzelle,

cui mentre Ebe sorride, il giovin seno

penetri ardito, i nostri carmi avrai;
5né la candida tua Psiche, e le belle

forme e la notte e gli amorosi guai

inonorati andranno.

Or ella è teco, e dell’antico affanno,

che ricompensa un piú propizio fato,
10dolce memoria suona

per l’Olimpo beato.

Vergine avventurata in mortai velo
di bellezze immortali adorna apparve:
stupí vedendo, e l’adorò la terra.

15Venere al terzo cielo

tornò da’ freddi suoi vedovi altari,
te consigliando alla giurata guerra.
Ma la vendetta invano
volgean gli occhi di Psiche.

20Ardesti, e a te l’antiche

arme cadean di mano.

Vittima incerta entro a funereo letto
tradotta al monte, abbandonata e pianta,
giú per valli profonde in ricco tetto,
25peso a un zefiro amico, ella scendea.

Lá, di sé in forse, i vuoti di vivea
fra téma e speme a sconosciuto amante: