Pagina:Poeti minori del Settecento II.djvu/84

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e tu le usate prove,

terribil nume, esercitar solevi

30sovra Nettuno e Giove;

poi col favor dell’ombre
ti raccogliea nella segreta reggia
talamo aurato d’ immortai lavoro.
Ivi alle tue fatiche

35ofFria dolce ristoro

il molle sen di Psiche.

Irrequieta diva,

che nelle gioie altrui t’angi e rattristi,

tu dall’ inferna riva
40l’aure a infettar del lieto albergo uscisti.

La giovinetta intanto

gli avidi orecchi a tue menzogne apriva;

né vide piú nell’amator celato

che spoglie anguine ed omicida artiglio,
45fin che il terror potéo nel cor turbato

strano eccitar d’atrocitá consiglio.

E giá un placido sonno

gli occhi d’Amor chiudea,

quando alle quete coltri
50perversa il pie volgea.

Apparia nella manca

la lucerna vietata;

era l’infida e mal secura destra

d’ingiusto ferro armata.

55Primi s’offrirò ai desiosi sguardi

sovra l’estrema sponda,

Amor, gli aurei tuoi dardi:

Psiche li tocca appena, e n’è ferita.

Scorge la chioma bionda,
60il volto e l’aH; Amor conosce ed ama,

e cade il ferro, e la lucerna incauta