Pagina:Poggio Bracciolini - Facezie, Carabba, 1912.djvu/119

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facezie 107

CLX

Di uno sciocco Veneziano che fu

deriso da un ciarlatano.


Narrò ancora un’altra novella, della quale ridemmo moltissimo. Disse che venne una volta a Venezia un ciarlatano che aveva dipinto in una banderuola un ordegno maschile cinto da molte legature. Andò da lui un Veneziano e gli chiese che cosa significasse quella distinzione; e il ciarlatano, per ridere, disse che il suo affare era di tal natura, che se una donna ne avea solo la prima parte, faceva dei mercanti; la seconda, dei soldati; la terza, dei capitani; la quarta, dei papi; e chiedeva il prezzo dell’opera proporzionalmente. Ciò credette prontamente lo stolto, e narrata la cosa alla moglie, chiamò a casa sua il ciarlatano, e stabilito il prezzo, volle che gli facesse un figliuolo soldato. E quando questi fu sulla moglie, il marito fece finta di andarsene, ma si nascose dietro il letto; e mentre essi erano intenti a fabbricare il soldato, saltò fuori improvvisamente lo sciocco e spinse di dietro l’uomo con forza, perchè v’entrasse anche la quarta parte: “Per i Santi Evangeli di Dio, esclamò, avrò un papa!” e credeva di aver frodato l’amico.


CLXI

Di un Veneziano che andava a Treviso e che

ebbe una sassata nelle reni dal servo.


Un Veneziano, che andava a Treviso, cavalcava un cavallo preso a nolo ed aveva il servo dietro a piedi. E nell’andare, questi ebbe dal cavallo un calcio in una gamba, e adirato pel dolore, afferrato un sasso per far male al cavallo, lo scagliò per caso contro le reni del padrone; e questi, da sciocco, credette che la cosa gli