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venisse dal cavallo; e poichè rimproverava il servo che in causa della ferita lo seguiva lentamente e di lontano: “Non posso venir più in fretta, gli rispose questi, per causa del calcio che mi fa male.” “Non te ne affliggere, rispose il padrone, che è un cavallo che ha questo vizio; anche a me poco fa ha esso dato un gran calcio nelle reni.”


CLXII

Di una volpe che fuggiva dai cani e che

un villano nascose nella paglia.


Una volpe, che fuggiva da’ cani che la inseguivano nella caccia, si incontrò in un villano che sull’aia batteva il suo grano, pregandolo a difenderla dai cani e promettendogli di non dargli più danno al pollaio. Il villano acconsentì, e presa una forcata di paglia, coprì con essa la volpe. Poco dopo vennero i cacciatori a chiedergli se avesse vista una volpe che fuggiva e che via avesse presa. Ed egli rispose loro che la volpe era andata per una certa strada, con le parole, ma cogli occhi e col gesto indicava ch’essa era sotto la paglia; e i cacciatori, più attenti alle parole che ai gesti, continuarono la loro via. Allora il villano, scoperta la volpe: “Mantieni dunque, le disse, la promessa che mi hai fatta, perchè l’hai scampata per le mie parole, avendo io detto che eri lontana.” Ma essa, che aveva avuta grande paura ed aveva visti i gesti del villano: “Le tue parole, rispose, furono buone, ma l’azione cattiva.” Questo va detto di coloro che dicono una cosa e ne fanno un’altra.


CLXIII

Di un Fiorentino che comprò un cavallo.


Un Fiorentino, che io conosco, fu costretto a venire a Roma per comprare un cavallo di cui aveva bisogno;