Pagina:Polidori - Il Vampiro, Mattiuzzi, 1831.djvu/16

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stesso, ed affidarono l’incarico geloso di coltivare il suo spirito alla cura di venali istitutori, onde ei si consacrò tutto agli studj che più allettavano ed esaltavano la sua fantasia, e trascurò affatto di giovarsi di quelle discipline che doveano consolidare il suo intelletto. Però fu invaso da quel romantico sentimento di onore e di candore che sempre trascina l’uomo nelle illusioni, e riuscì sì di sovente fatale all’inesperte fanciulle. Credeva che tutti i cuori fossero in armonia con la virtù, che il vizio fosse tollerato dalla provvidenza solo per servire di contrasto alla scena, come appunto lo si scorge ne’ romanzi; pensava che tutte le miserie di un pastore consistessero nel dover indossare una veste grossolana che pur lo difendeva ugualmente dall’inclemenza del verno, ed era forse più acconcia a servire di modello al pittore in grazia delle sue pieghe irregolari e delle svariate sue tinte; in una parola ei supponeva che nelle finzioni de’ poeti consistesse tutta la realtà della vita. Questo giovine era amabile, ricco e sincero: per queste doti allorchè fece il suo ingresso ne’ circoli rinomati molte madri gli tenean dietro, studiandosi di dipingergli coi colori più seducenti, benchè