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204 anton giulio brignole sale


(dunque vuol che a colpe antiche di lascivia nuove tu ne aggiunga di feritá). Pensi tu di lasciarti persuader a niuna di sí fatte cose, ch’ella ti chiede? — Certamente no, — mi risponderai. Dunque a che non proseguir tua fuga velocemente? Il sí e ’l no di fatti, piú che di parole, rende piú giocondi i benefizi, le ripulse piú sopportabili. Ohimè, sento che di baci ella favella. Chi da lunge prende a dirli, certamente da vicino prenderá a darli. Giá sai tu che forza s’abbian soli, quai saranno uniti col piccante delle lagrime, delle preghiere, de’ svenimenti? Pur siasi, che sii possente di star saldo contro le robuste machine degli entimemi, dall’ingegno sí, ma molto piú vibrati e avvivati dai bel pianto, dalla flebile pietade e dalle lusinghe. Concedasi che tu debba esser verso le sue possentissime armi, tutte unite contro te, lo stesso che tu fosti in campo con Goffredo quando fur da lei divise contro di mille. Chi però ti fa sicuro da Armida maga, quando pur t’affidi di salvarti da Armida bella? Non può aver, s’ella ti giunge, alcuno incanto piú possente per respingerti nel labirinto, che non hanno avuto Ubaldo e Carlo per istralciartene? È ella ancor venuta teco alle furie? No: dunque una gran parte dell’Inferno le rimane ancor da adoperare contro di te. Fuggi dunque, fuggi; né piú volger faccia ad altra femmina che alla bellissima Fortuna, che al governo del naviglio fortunato siede e con la chioma inquieta e sventolante sembra che ti sgridi di non fermarti. — Oh, cavalleresca gentilezza non sostien partirmi senza attender regal donna che mi chiama, e che mi offese solamente perché mi amò. — Sciocco, se per ogni modo vuoi lasciarla, anzi se hai fermato di non esserle piú amante col compiacerla, siile almeno grato col rispettarla. Il fuggirla prima ch’ella giunga sará segno che la temesti, il fuggirla dopo sará segno che la sprezzasti. Non ti potrá imponer titolo di duro, di crudele, d’inesorabile, mentre che partisti senza udirla per timor di non potere udirla senza esaudirla. Possa almen l’addolorata dir seco stessa: — Certamente, s’egli mi aspettava, avrebbon ben saputo i miei sospiri, i miei pianti, il dimandar mercede, fare in guisa ch’egli denegata non me l’avrebbe. — Non sará picciol conforto ne’ suoi mali il rimaner almeno sodisfatta di se medesima.