Pagina:Politici e moralisti del Seicento, 1930 – BEIC 1898115.djvu/243

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dal «tacito abburattato» 237


ha però d’uopo poscia di piú attivo, e piú vivace, che metta in opra; ciò accadendo nelle azioni umane, che gli egizi costumavano nel fabricar le statue, mentre ad un artefice del capo, all’altro della mano, del busto all’altro davan cura, commettendo poscia que’ distinti pezzi con aggiustatissima corrispondenza. Fatto sta, che ad esser pari alle faccende, oltre le forze, deesi aver anche riguardo del decoro, conciosia che molte volte sia possente di far l’uomo ciò ch’ei far non deve.

Cosí il can magnanimo dal re dell’Albania donato ad Alessandro il grande, come che atto si sentisse troppo bene a vincer gli orsi e i cinghiali, non per tanto disprezzandoli, come alla dignitá del suo coraggio non proporzionati, riserbò solo al lione e al liofante l’arricciar de’ velli, il tonar latrando, lo scagliarsi e azzannare e con lotta vincere. Dono veramente degno di quell’Alessandro, il quale anch’egli solamente quando vide torreggiarsi inanti sopra un elefante il gigantesco e regio Poro, disse: — Tandem par animo meo periculum video. Cum bestiis simiul, et cum egregiis viris res est. — Che direm noi per contrario di quel Domiziano, che non pescator di regni, come Policrate, ma di mosche cacciatore, meritava di esser, qual canina mosca, via cacciato appunto dall’impero, mentre, pur qual mosca, nella tavola del mondo porsi sul boccon piú prezioso, che fu Roma, gli era riuscito? Che direm di quella grinza e iscanfarda e fetida vecchiaccia, contro cui si stomaca il satirico, poich’ella, niun riguardo avendo alle montagne delle spalle e alle concave e arate delle gote, usurpava amoreggiando quel ζοή καί ψυχή, (vita e anima, vuol dire), solo a giovanetti e teneri amator concesso, qualor voglion render le amorose gioie piú spiritose? Che diremo di quel duca mantovano, il quale, intento a misurare i piedi e accordar le voci quando si doveano por le schiere in ordinanza, componea sonetti e gli metteva in musica, nel tempo stesso che i nemici, acciò anche musico pregiato e ottimo poeta in esser povero apparisse, stavangli occupando il Monferrato, e poi, le chiavi dello stato per sé tolte, a lui lasciavan quelle della musica, e le lor vittorie festeggiavan con le leggiadrissime canzoni ch’ei