Pagina:Politici e moralisti del Seicento, 1930 – BEIC 1898115.djvu/52

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46 ludovico settala


indirizzate ad isfogar la libidine, l’avarizia, e la crudeltá di tal uomo, il quale fin da fanciullo fango col sangue macerato fu detto: e non per ragion di stato. E se pure si averanno da ridurre sotto tal bandiera, niuno però potrá negare, chi vorrá considerare tutte le azioni sue nel corso di sua vita e del suo imperio, non essere stato tiranno: sì per il nascimento, non essendo della vera successione di Augusto; sì per il modo, co ’l quale arrivò alla grandezza dell’imperio, e per sceleratezze e tradimenti, e della madre (avendo con astuzie piú che tiranniche levata la vita a cui e per virtú e per vera ragione di successione doveva succedere nell’imperio), e per i propri, avendo nell’ingresso del suo signoreggiare fatto morire Agrippa postumo, vero erede per il sangue; sì finalmente per l’infame sua vita, piena d’ogni sorte di bruttezze, sceleraggini e azioni tiranniche. E sará chi le azioni di Tiberio si pigli per esempio, e per regole infallibili di ragion di stato! E pur troppo è vero, che a’ tempi nostri pare non esservi altra ragion di stato, che quella che si cava da Tacito e dalle cose da lui descritte: essendo però le regole e massime quindi tolte sole ricevute per vere regole di ragion di stato; non facendosi differenza dalla ragion di stato buona e conveniente alli buoni principati, alla rea, de’ cattivi propria; se non fosse, che per esser rari i buoni governi, e partecipando molti del tirannico, come deplora ancora a suo tempo Aristotele nella Politica, se ben pur viveva, e regnava in quel tempo Alessandro suo discepolo e benefattore: ne nasce, che la ragion di stato, la qual si pratica, si mostri iniqua e rea, essendo appoggiata a tali fondamenti, e a massime tolte da azioni tiranniche. E per questo rispetto forsi ancora è piaciuto a’ prencipi il nome di ragion di stato; acciocché sotto la coperta di voce onesta si potesse in qualche parte occultare la malvagitá della cosa. Non sará però mai vero, che non vi sia ragion di stato buona; ma forse perché per lo piú ella in qualche cosa contraviene alle leggi, comunemente ancora è tenuta per mala: conciosia che essendo per lo piú i governi indrizzati all’interesse di cui regge, e le leggi avendo per fine principalmente il bene de’ privati, non può se non ma-