Pagina:Politici e moralisti del Seicento, 1930 – BEIC 1898115.djvu/99

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della ragion di stato - iii 93


Nella republica di Venezia, essendo duce Pietro Gradenigo, un certo Marino Boccodono, non potendo sopportare la publica libertá, né che la republica tutta e tutti i magistrati, dignitá e governi fossero in mano d’altri, cominciò a pensare di mutar forma di dominio e di governo con l’uccidere il prencipe e quanti piú poteva de’ senatori; avendo tirato a sé in questa congiura molti cittadini. Ma scoperta la congiura, preso lui e i complici, furono, come meritavano, con varie morti infami e crudeli castigati. Né dopo molto tempo Baiamonte Tiepolo, uomo di nobil famiglia e dell’ordine senatorio, presa occasione dai travagli grandi che la republica aveva dalla guerra con genovesi e con ferraresi; elettisi per compagni, e tirati nella congiura contro la patria molti dell’ordine senatorio e uomini di eminente fortuna, a’ quali comunicò questo suo scelerato pensiero: determinò un giorno, che fu il dí della festa di san Vito martire, nel quale essendo co’ compagni entrato all’improvviso nel palazzo, doveva uccidere il duce con tutti i senatori ivi radunati. Venuto il giorno, nel quale tal sceleraggine si doveva commettere, dicono (quasi che il tempo volesse avisar la cittá di tanta rovina) che si levò all’improvviso una tanta impetuosa pioggia e commozion de’ venti, che empi di bombi e strepito tutta la cittá. I congiurati, non per tal cosa impauriti, ma piú presto servendosi dell’occasione di tal tempesta, con strepito ed empito concorsero per eseguire il loro malvagio conseglio. Scoperta questa congiura dal principio di questa crudele azione, fu gridato allarme, e mandato per la cittá molti, che gridassero ad alta voce: «Chi voi salva la republica, prese l’armi corra alla curia a dar aiuto al prencipe e a’ padri!». I congiurati frattanto uniti avevano riempita la piazza di san Marco, per entrare nel palazzo e esseguire il loro malvaggio pensiero: ma concorsavi molta gente, si attaccò una sanguinosissima zuffa; e finalmente prevalendo la fazione della republica, i congiurati con la loro fazione con gran mortalitá furono scacciati dalla curia e dalla piazza, con la morte di Baiamonte e il publico supplicio di molti nobili dell’ordine senatorio. In memoria del qual pericolo superato, nella festa di