Pagina:Poliziano - Le Selve, 1902.djvu/130

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114 le selve

Diede spirar le prime aure del giorno
Al vate insigne. Nume abitatore
De’ boschi aònî il padre, a guidar danze340
Bacchiche avvezzo, e co’ divini cori
A contrastare delle Muse, e insieme
Con Febo a gareggiar pari nel canto,
La splendida Criteide ascosamente
Resa avea madre. Onde una vasta mentev9345
Al fanciul procedette, e dalle sacre
Scaturigini un largo attingimento.
Col suo primo vagir, vuolsi che il fremito
Del risonante mare egli vincesse,
Placasse i venti, delle fiere i cuori350
Intenerisse e che perfino il pianto
La sipileia rupe trattenesse.
Carponi lungo i margini del fiume
Si trascinava il bimbo prodigioso;
E spesso lui di tra le molli braccia355




Credit) haec illum dias in luminis oras
Prima tulit. Pater, aonii deus incola luci,215
Ductare assuetus thiasos sacrisque sororum
Responsare choris et par contendere Phoebo,
Furtivo pulchram implerat Critheida foetu.
Inde capax nato ingenium, largusque verendae
Scilicet haustus aquae: primo (si credimus) ille220
Vagitu horrisoni sternebat murmura ponti,
Pacabat ventos, mollibat corda ferarum,
Ipsa etiam lachrymas sipyleia fundere cautes
Destitit audito. Reptabat maximus infans
Fluminis in ripa; reptantem, mollibus ulnis225