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di angelo poliziano 117

Onda scorre sotterra; da che inconscio
Avea sommerso Carpo adolescente15
Del figliuol suo delizia, allor che in grembo
Ei dell’onde scherzava, e il figlio stesso395
Di lí a non molto, sventurato padre;
Pur del vento amator quella fu colpa.
Ma come il fior di giovinezza primo
Gli arrise in volto, e nel vigor degli anni
Crebbe piú forte, sete ebbe di canto,400
Del canto, che (oh, virtú somma de’ vati!)
Unico al suon dell’apollinea lira
Si disposa; del canto, che potere
D’attrarre avrà del Caucaso le rupi
E le sicane rocce; che i decreti405
Infrangerà dell’implacato Averno;
Che spoglierà delle saette sue
La destra minaccevole di Giove.




Maeander sub humum pudibundo flumine labens:
Quod puerum ignarus Carpon, dum ludit in unda,250
Delitias nati, mox natum merserat alveo
Infelix genitor; sed venti id crimen amantis.
Verum ubi primaevae dubio se flore juventae
Induit, ac plenis adolevit fortior annis,
Carmen amat, carmen (proh maxima numina vatum!)255
Carmen apollineo tantum modulabile plectro,
Carmen caucaseas silices cautemque sicanam
Quod trahat, et rigidi leges infringat Averni,
Exarmetque Jovis minitantem fulmine dextram.