Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
di angelo poliziano | 145 |
Mosse dal nero sopracciglio, tutte
S’affatican le cose, ed i pianeti900
Del suo capo immortal seguono il cenno,
E, nella sacra maestà tremendo,
Lui ricevono i Numi, ed al Supremo
Padre d’ossequio rendono tributo;
E le sembianze degli eroi, l’eccelsa905
Immagin degli onnipossenti Dei,
E gli animali di tremendo aspetto
E di varia figura, e le diverse
Città, i luoghi e i molteplici costumi,
E i sentimenti e la natura tutta,910
La qual di se medesma ha maraviglia,
Nel suo fulgido carme egli ritrae.
Innalzarono a lui le antiche genti
Ed are e templi: in bronzo, in marmo, in oro
Effigïato l’adoraro, e solo915
Modello avevan lui posto dinanzi
All’età giovanil, dell’età prima
Cuncta superciliis, immortalesque sequuntur
Astra jubas, sancta dum majestate tremendum
Excipiunt magnoque assurgunt numina patri;
Heroûmque idem facies, et celsa potentum570
Ora deûm, variisque horrenda animalia formis,
Diversasque urbes positusque habitusque locorum
Innumeros, sensusque animorum, carmine pulchro,
Naturamque omnem, illa ipsa mirante, figurat.
Huic aras huic templa dedit veneranda vetustas,575
Hunc aere hunc saxo fulvoque colebat in auro;
Hunc unum auctorem teneris praefecerat annis,
10 |