Pagina:Poliziano - Le Selve, 1902.djvu/77

Da Wikisource.

di angelo poliziano 61

E gli adottivi. Radioso il crine,310
Dall’alto, poi che ricomparve il sole,
Discendon l’Ore, che del ciel le soglie
E gli atrî guardan, che felicemente
La bellissima Temi ebbe di Giove,
Irene e Dice ed alla madre sua315
Compagna Eunomia; e i fior novi dispiccano:
Tra le quali Proserpina, piú bella
Dai regni dello Stige rivarcando,
Corre alla genitrice; alma compagna
Alla sorella è Venere, e gli Amori,320
Dolci pargoli, a Venere fan scorta:
Mentre delizïosi appresta Flora
Baci al lascivo suo consorte. In mezzo,
Discinti all’aura i crin, nude le mamme,
Scherza, e del piede il suolo urta una Grazia,325
Ritmicamente: Naiade stillante
Guida le danze, e giú dai monti scendono




Auricomae, jubare exorto, de nubibus adsunt210
Horae, quae coeli portas atque atria servant,
Quas Jove plena Themis nitido pulcherrima partu
Edidit, Ireneque Diceque et mixta parenti
Eunomie, carpuntque recenteis pollice foetus:
Quas inter, stygio remeans Proserpina regno,215
Comptior ad matrem properat: comes alma sorori
It Venus, et Venerem parvi comitantur Amores:
Floraque lascivo parat oscula grata marito:
In mediis, resoluta comas nudata papillas,
Ludit et alterno terram pede Gratia pulsat:220
Uda choros agitai nais, decurrit oraes