Pagina:Polo - Il milione, Laterza, 1912.djvu/293

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nota 279

perchè piú attendibili, il padovano e il berlinese: e del padovano, collazionato col bernese, trassi profitto massimamente per la prima parte; del berlinese, a preferenza verso il mezzo e la fine dell’opera: giacchè non mi parve sempre uniforme e costante il loro rispettivo valore. Il ms. di Berlino, come ormai è noto, è il famoso testo del quale disse giá lo Zeno nelle Annotazioni al Fontanini (11, 271) che era posseduto «dal senatore amplissimo Iacopo Soranzo» (perciò il nome di «soranziano»), riferendone anche la prefazione: «Qui comenza il prologo del libro, chiamato de la istituzione del mondo...»; il medesimo testo che, secondo lo Zurla1, «passò poscia ad accrescere i tesori bibliografici del rinomato abate Canonici». Questo ms., per gentile condiscendenza dei preposti alle biblioteche di Berlino e di Bologna, ho potuto studiare lungamente presso la biblioteca universitaria di Bologna; e dalla collazione che ne feci con gli altri mss. e testi dovetti bensí confermarmi nell’opinione che fosse, come lo Zurla diceva, «sommamente rozzo e spropositato»; ma lo trovai spesso anche, nonostante i suoi grossi equivoci e le sue oscuritá frequentissime, quasi

  1. Zurla, Di M. Polo e degli altri illustri viaggiatori veneziani (Venezia, Picotti), 1818, I, 30. — La presenza di questo ms. nella bibl. di Berlino (Hamilton, 424) fu segnalata giá da parecchi anni da L. Biadene, che ne diede anche la descrizione (Giorn. stor. della lett. it., x, 342-3). — Esso è di discreta scrittura, ma deriva certo da una copia scorrettissima e difficile, perchè spesso reca parole e frasi senza senso possibile: si vede che l’amanuense scriveva pur di scrivere, anche se non intendeva l’esemplare che aveva dinanzi. — Del modo come il «soranziano» travolge e fraintende spesso il senso originario, reco qualche esempio curioso in un altro mio lavoro in corso di stampa (La lingua dei mss. veneti dei «Viaggi» di M. Polo); ma si può vedere nella presente edizione come esso frequentissimamente corregga gli errori dell’«ottimo». Si veda, per esempio, in questo volume a p. 29: «piano molto caldo» (non «cavo»); p. 74: «come una gazela» (non «gatta»); p. 118: «over per tempesta» (non «per grilli»); p. 153: «di carne, late» (non «laido»); p. 207: «ha molti fradeli» (per «fedeli»: non «figliuoli»); p. 206: «un gran tesoro» (non «due»); p. 240: «le mamele grande» (non «le mane»); p. 218: «arzente vivo» (non «siero vivo»), ecc. ecc.