Pagina:Polo - Il milione, Pagani, Firenze 1827, I.djvu/16

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uopo scortare i due fratelli in tutta l’estension dell’Imperio . Così pressoché in tutta la sua ampiezza i due Poli traversarono l’Asia, e sicuramente giunsero alla Giazza porto dell’Armenia Minore , e di lì fecer vela per Acri. Ivi seppero che Papa Clemente era morto, e avvisando d’aspettare che elezion di Papa si facesse,pensarono intanto restituirsi alle loro case ( Proem. t. n e not. relativ. ) . Vili. Giunti i due fratelli in Venezia, trovò Niccolò che la donna sua, che aveva lasciata incinta, era morta, ed era ne rimaso un figlio, da esso non peranche veduto, in età allora di diciannove anni ( t.n.p. //.) , cui in memoria di uno zio, era stato dato il nome di Marco, e questi è quell’appunto che dettò il Milione . Nell’assenza del padre, ei fu probabilmente allevato da un qualche parente : nè dalla dettatura del suo libro apparisce che il giovinetto fosse istruito nelle lettere e nelle scienze. Ma da quello traluce però,che non si mancò di erudirlo nelle discipline^ che utili esser potevanii, nel leggere, nello scrivere, ne’computi, nelle pratiche di mercatura e di navigazione; e l’evento dichiara, che anche ciò , può bastare per giungere all’apice di mortai fama. Che diligentemente fosse allevato, il manifesta l’amore che nudrì sempre per la patria, l’indole perspicace di lui, il manieroso, prudente, accorto contegno che serbò in tante vicende, presso tante eslranie genti. E certo egli è,che natura fu a lui liberale di quei doni , di cni cortese è agl’ Italiani e a Veneti principalmente, di quei modi piacevoli, che fuor di patria acquistali loro benevolenza e amicizia. Fu gran ventura anche del giovinetto, il potere attingere ampia istruzione dalla consumata esperienza del padre e dello zio, che nelle lunghissime loro peregrinazioni, nel conversare con tante genti, tante cose apparorono . IX. Penandosi troppo a fare elezione di Papa , i due fratelli temerono che del soverchio loro indugio il Gran Can si sdegnasse , perciò s’imbarcarono per Acri conducendo seco loro il giovinetto Marco . Di U peregrinarono a Gerusalemme , e prosternali dinanzi al Gran Sepolcro, lo avran bagnato di lacrime, rimembrando che l’ignavia, e la corruttela dei Cristiani, rendè vana la magnanima impresa del pio Goffredo (i) . Tornati in Acri, si presentarono a Tebaldo Visconti Pontificio Legato in Palestina, e lo richiesero di lettere pel Gran Can, che dichiarassero essi aver fatto il loro ufficio fedelmente, ma che non erasi per anche fatta l e- lezione del Papa , ed ottenuto ciò che chiedevano tornarono alla Giazza. (l) I Poli si recarono in Gerusalemme , anche per prender dell’ olio delle la in— pane del Santo Sepolcro , che secondo il manoscritto Soranziano vo'eva avere la madre del Gran Can, che era Cristiana ( Zurl. Dissert. t.i. p.52 ).